Di seguito l’articolo del nostro presidente Alfredo Ferrante, pubblicato su Linkiesta.it, sugli arresti avvenuti al Comune di Sanremo nei giorni scorsi.
Le immagini riprese dalle forze dell’ordine per stanare i furbi al Comune di Sanremo fanno davvero venire il voltastomaco. Dipendenti che, alla luce del sole, in fila con altri dipendenti, timbrano più volte per sé stessi e per altri, persone che arrivano direttamente in costume da bagno e ciabatte, timbrano e se ne vanno in spiaggia, minori che timbrano per i genitori che rimangono sotto le coperte.
E allora diciamolo subito: questi figuri sono i peggiori nemici di chi nella PA ci crede e lavora con passione, e vanno perseguiti senza tregua: sia dal punto di vista disciplinare, puntando subito al licenziamento, sia penalmente, col processo che seguirà una sua autonoma strada. Eppure la magnitudine della vicenda impone qualche riflessione sul tema contrasto alla corruzione e funzionamento delle amministrazioni. Come ha sostenuto oggi il Procuratore di Roma Pignatone sul Corriere della Sera, non può essere solo la magistratura a dare risposte: reprimere è indispensabile, ma non curerà un Paese in cui la corruzione è “sistema”, ovvero è costume, modalità condivise e autoregolanti, a tutti i livelli, pubblici e privati.
Serve, in altre prole, anche la promozione dell’integrità – ribaltiamo la prospettiva – che renda socialmente inaccettabili questi fenomeni, ed è la cosa su cui è impegnata l’ANAC di Raffaele Cantone col “pacchetto” anticorruzione”. Il punto è, quindi, limitare tutti quegli spazi di opportunità che possono essere fattori abilitanti di eventi corruttivi, dalla mazzetta al favore per l’amante, dalla pratica “oliata” alle timbrature per gli amici. È un’impresa titanica, culturale innanzitutto: ma anche molto pratica, su cui soprattutto la dirigenza pubblica deve misurarsi tutti i giorni. Verrebbe subito da chiedersi se il Comune di Sanremo avesse adottato le misure previste nel piano anticorruzione, e come in pratica le avesse rese effettive. E cosa hanno fatto il responsabile anticorruzione del Comune e i singoli dirigenti? Non vedevano? Nessuno protestava? Nessuno ha pensato che dei semplici tornelli avrebbero impedito il giochetto? Sei dentro o fuori, senza possibilità di barare. E qui, naturalmente, si apre un mondo: posso entrare e rispettare il mio orario ma essere perfettamente inefficiente. Tocca alla dirigenza lavorare sulle motivazioni, sulla cultura, sulla partecipazione. Insomma, è la dirigenza l’architrave su cui poggia il futuro del sistema amministrativo che funzioni e che sia, nei limiti delle umane possibilità, integro e non corrotto: una responsabilità immensa che dobbiamo prenderci senza remore. Ma senza essere lasciati soli.