Riforma PA: ruolo unico e meritocrazia
Tagli lineari e un paradossale funzionamento del ruolo unico porterebbero ad un mercato impazzito della dirigenza pubblica, in cui il legame politico vincerebbe sulla meritocrazia. Gli AllieviSNA lanciano l’allarme all’indomani del raduno annuale
Roma, 26 ottobre 2015 – Per ogni posto dirigenziale libero un bando aperto a tutti i dirigenti di tutte le amministrazioni (ministeri, regioni, comuni, enti pubblici): e siccome il posto sulla sedia non è garantito, una corsa permanente all’accaparramento. Si prefigura come un mercato del lavoro che gira su sé stesso l’applicazione del ruolo unico dei dirigenti della Pubblica amministrazione, in cui la continuità dell’azione amministrativa sarebbe annullata dalla spasmodica ricerca di un posto di lavoro.
Insomma, i servizi ai cittadini sarebbero continuamente interrotti e ripresi da dirigenti ogni volta diversi, più impegnati a preservare il loro il diritto a lavorare che a dare continuità al lavoro stesso, più impegnati a compiacere il livello politico che può garantire il posto che a mantenere il livello dei servizi. Se poi, nonostante questo, si rimane tagliati fuori, ma non si hanno valutazioni negative, la norma sembra prefigurare un limbo indefinito a stipendio ridotto a carico dello Stato (senza un’amministrazione di riferimento) ma senza lavorare: pagati per stare a casa.
A ciò si aggiungono le previsioni di rivedere la disciplina e le percentuali dei dirigenti che la politica può cooptare senza concorso dall’esterno. Espellere dirigenti di ruolo che hanno vinto un concorso e sostituirli con dirigenti fidelizzati sarebbe un danno incalcolabile per l’imparzialità della PA, sia verso la politica che a favore dei cittadini. Se crolla questo fondamentale principio, si aprono scenari di conseguenze imprevedibili e, senza dubbio alcuno, contrari alla Costituzione.
A queste possibili conseguenze della riforma della Pubblica amministrazione (legge 124 del 2015) si sommano le indicazioni della legge di Stabilità che va ora in Senato: ancora una volta i tagli lineari, di per sé incoerenti con le politiche del merito che pure si afferma di perseguire, punitivi per i più meritevoli, e quindi inefficaci.
Sono questi alcuni dei punti toccati durante il tradizionale raduno annuale dell’Associazione AllieviSNA, che si è tenuto nel fine settimana a Roma: dirigenti dello Stato in servizio presso le diverse amministrazioni ed enti pubblici statali (MEF, Lavoro, INPS, Istruzione, Giustizia e così via), che provengono dall’esperienza della Scuola Nazionale di Amministrazione, hanno discusso i temi più attuali che investono la sfera pubblica, dall’attuazione della riforma Madia alla valutazione dei funzionari pubblici, dalla lotta alla corruzione alle prospettive future del dialogo col Governo e con i cittadini. Fra loro anche gli ormai famosi “dirigenti a bagnomaria”, vincitori del VI corso concorso SNA, che dallo scorso mese di dicembre sono in attesa di essere assunti.
“Lontani da logiche corporative, i dirigenti SNA chiedono per primi e anzi rivendicano valutazioni selettive delle performance e una vera spending review, e sono pronti a fare la loro parte per segnalare sprechi e inefficienze da eliminare – commenta Alfredo Ferrante, presidente di AllieviSNA –, con grande attenzione e disponibilità al confronto sui decreti attuativi, per assicurare che si realizzi il ruolo unico come mercato unico basato sul merito e non come precarizzazione della funzione pubblica. Timbrare e andare al mare è una truffa ai danni dello Stato; poi ci sono quelli che si autoipnotizzano davanti al computer, rispettando le ore stabilite. Ma la stragrande maggioranza di dipendenti pubblici lavorano anche per gli altri e pagano le conseguenze di tutto ciò, additati come fannulloni dai media, e considerati una zavorra economica dalla politica. Troppo spesso ci si dimentica che lo Stato funziona grazie al loro lavoro, e che gli appetiti individuali sono arginati proprio dall’imparzialità della macchina pubblica”
“Non ci guardiamo l’ombelico – continua Ferrante – e lavoriamo per ottenere maggiore meritocrazia e responsabilità: vorremmo che la dirigenza pubblica, formata in maniera omogenea dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, diventasse finalmente per se stessa e per la Nazione quel corpo di civil servant che, nei paesi dove esiste ed è in buona salute, garantisce e potenzia il buon funzionamento dello Stato”.