Pubblichiamo con una certa soddisfazione l’articolo di Antonella Baccaro apparso a pagina 14 Corriere della Sera di lunedì 2 febbraio.
Ringraziamo la giornalista per l’attenzione e l’approfondimento dedicato all’argomento e invitiamo tutti i parlamentari chiamati a decidere i criteri della prossima riforma della pubblica Amministrazione a leggere queste considerazioni e a valutare i cambiamenti sulla base di una corretta e approfondita informazione.
I dirigenti pubblici contro la nuova legge: farà sparire la scuola per i supermanager
Negli emendamenti spunta l?appalto ai privati del reclutamento e della formazione
ROMA La legge delega sulla Pubblica amministrazione riaccende i motori. Domani scade il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti formulati dal relatore Giorgio Pagliari (Pd) il 20 gennaio scorso. La pausa è servita a quanti volevano approfondirne i contenuti per preparare la controffensiva. Primi fra tutti i dirigenti della P.a., bersaglio di una legge delega già molto dura che gli emendamenti di Pagliari rendono, per certi aspetti, ancora più indigesta. Proprio su questi emendamenti si appunta l?attenzione dell?Associazione dei dirigenti che provengono dalla Scuola nazionale dell?amministrazione (Sna), da cui negli ultimi 15 anni sono usciti 500 nuovi manager pubblici. Preoccupa l?ipotesi di esternalizzazione del sistema di reclutamento e formazione della dirigenza pubblica, che ridurrebbe la Sna a un ruolo simile a quello di un?agenzia, ipotesi che emerge dalla lettura degli emendamenti Pagliari. In particolare quello che, con riferimento al sistema di formazione dei pubblici dirigenti, prevede «la revisione dell?ordinamento, della missione e dell?assetto organizzativo della Scuola nazionale dell?amministrazione con eventuale trasformazione della natura giuridica, con il coinvolgimento di istituzioni nazionali ed internazionali di riconosciuto prestigio». Una trasformazione della scuola che dovrà «assicurare l?omogeneità della qualità e dei contenuti formativi dei dirigenti dei diversi ruoli», e offrire la «possibilità di avvalersi, per le attività di reclutamento e di formazione, delle migliori istituzioni di formazione, selezionate con procedure trasparenti, nel rispetto di regole e indirizzi generali e uniformi».Secondo l?associazione di allievi Sna, guidata da Alfredo Ferrante, la formulazione della proposta affida una vera e propria delega in bianco al governo per la stesura dei decreti delegati, rendendola inammissibile. Nel merito poi, la possibile trasformazione della Sna da soggetto pubblico a privato (in un?agenzia?) comporta di appaltare di fatto a soggetti esterni non ben individuati le attività non solo di formazione ma di reclutamento della dirigenza pubblica. «Ciò ? aggiunge l?associazione ? comporta non solo un inutile aggravio di spesa pubblica ma l?espropriazione di una delle più delicate funzioni dello Stato?datore di lavoro, ovvero la selezione, il reclutamento e la formazione della dirigenza pubblica». Un altro emendamento di Pagliari rende ancora più chiaro il destino della Sna, laddove riformula l?articolo della delega sulla formazione dei dirigenti che prevedeva «la definizione di obblighi formativi annuali e delle modalità del relativo adempimento presso la Sna», cancellando proprio l?espressione «presso la Sna», che dunque non costituirà più il luogo naturale di erogazione della formazione. L?emendamento mantiene però l?obbligo per i dirigenti pubblici di prestare gratuitamente la propria opera di formazione, senza alcun limite temporale presso soggetti esterni alla P.a . © RIPRODUZIONE RISERVATA
Baccaro Antonella
Pagina 14
(02 febbraio 2015) – Corriere della Sera
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