Roma, 22 febbraio 2013 – COMUNICATO STAMPA:L’Associazione dei dirigenti pubblici ex allievi della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (SSPA) segue con allarme le vicende del decreto legislativo allo studio del Governo sugli incarichi ai magistrati fuori ruolo. In un momento di grave emergenza per il Paese, ed in particolare di sofferenza per la giustizia, la cui lentezza paralizza il tessuto delle imprese ed ostacola gli investimenti stranieri, sarebbe stato doveroso limitare il più possibile il ricorso ai magistrati (ordinari, amministrativi, contabili e militari) per ricoprire ruoli dirigenziali nella pubblica amministrazione. Il vero luogo in cui la professionalità di un magistrato è davvero indispensabile è là dove si esercita la giurisdizione e non nei ministeri. Al contrario, questo decreto enumera una gran quantità di ruoli disponibili per le toghe, senza nemmeno chiarire secondo quali criteri si verrà chiamati a tali alti incarichi. Si incoraggia così un esodo dai tribunali che finirà per demotivare i tanti magistrati che continuano il proprio lavoro, quanto i dirigenti pubblici immotivatamente scavalcati.
L’obbligo del collocamento fuori ruolo che il decreto prevede impedirà, almeno, di continuare a svolgere le funzioni di magistrato mentre si ricopre un incarico apicale nelle amministrazioni, mettendo fine a prassi da part-time che influenzano negativamente il funzionamento della giustizia e delle amministrazioni. Tanti, tuttavia, i nodi critici che restano in piedi. “Nel decreto – dichiara Alfredo Ferrante, presidente di AllieviSSPA – l’elenco di incarichi a disposizione per i magistrati è ancora troppo lungo, e, alla luce della difficile situazione della giustizia in Italia, poco compatibile con le necessità del Paese, come già denunciato dalla stampa”.
Non mancano, poi, aspetti curiosi. “Sorprende che per i soli magistrati chiamati a rivestire la posizione di Capo Ufficio Legislativo di ministeri con portafoglio sia prevista un’autonoma decisione da parte degli organi di autogoverno sul collocamento fuori ruolo. Insomma – continua Ferrante – sarebbero gli stessi magistrati a decidere in piena autonomia se ricoprire il ruolo di Capo dell’Ufficio Legislativo di un importante Ministero sia o meno attività “continuativa particolarmente onerosa” (come recita il decreto all’art.2, co.1) ed escludere, eventualmente, l’obbligo di scelta. È davvero stupefacente”.
Nel ribadire la stima e l’apprezzamento per tutta la magistratura nelle sue diverse articolazioni, occorre riaffermare la necessità di richiamarsi ad un banale principio in base al quale ognuno deve fare il proprio mestiere al servizio del Paese. Quello di dirigente non è un ruolo nel quale ci si improvvisa, e per il quale sono necessarie cognizioni diverse da quelle del giurista puro. La commistione di funzioni e ruoli è, inoltre, fonte di confusione e di potenziale conflitto di interessi, e fa venir meno il principio della separazione dei poteri, cardine della democrazia. L’Associazione AllieviSSPA chiede al Governo, soprattutto in una fase particolarmente delicata della vita politica italiana, di porre ogni dovuta attenzione nell’interesse dei cittadini e del miglior funzionamento delle Istituzioni.