Sognando ADA

di Dario Quintavalle

Sono stato di recente a Baku, in Azerbaijan, per insegnare a un corso organizzato per dirigenti afghani dal Geneva Centre for Security Policy. Il corso era sulla Rule of Law e il valore dell’indipendenza del potere giudiziario, e si teneva alla nuova Azerbaijan Diplomatic Academy, ADA.

Baku è una città ricca, a causa del petrolio del Caspio. Assomiglia a qualcosa tra Parigi e Dubai: è illuminata a giorno, i palazzi sono costruiti in stile neoclassico in pietra arenaria, persino i vecchi blocchi di appartamenti Krusciov (le case sovietiche tutte uguali degli anni 60 che ho visto a Riga, Kiev, Samara etc.) sulle strade principali vengono ricoperti di pietra per renderli più eleganti. Ci sono costruzioni avveniristiche, come l’Alyev Cultural Centre di Zaha Adid, l’architetto del MAXXI di Roma.
L’ADA è in un campus modernissimo, aperto appena due mesi fa. Cinque edifici: la Biblioteca, Il Centro Studenti, la School of Public and International Affairs, la School of Business e il Welcome Center, tutti immersi nel verde e riscaldati ed illuminati da energia geotermica.
È al tempo stesso una scuola di Affari internazionali, di Politiche pubbliche, e di Business Administration, materie tutte insegnate con un forte spirito globale, e rilascia titoli di studio. Il suo staff include qualifiche come “Talent Management Specialist”.

Non ho potuto fare a meno di confrontare questa giovane e vibrante realtà educativa con la nostra povera SSPA, e di deprimermi un po’. Quante spese per mantenere ben cinque sedi sparpagliate per il paese, sistemate alla bell’e meglio in edifici magari prestigiosi, ma del tutto inadatti allo scopo: la reggia di Caserta, lo sgarrupatissimo collegio di Acireale, a mezzo con un Liceo, l’angusta sede di Roma, o quella di Bologna, in un antico convento. Non sarebbe meglio un solo campus, magari insieme alle Scuole dell’Interno e delle Finanze?
D’accordo, l’Azerbaijan è un paese giovane, ricco, e non molto democratico. Ma proprio per questo colpisce l’accento posto sull’educazione dei giovani funzionari pubblici, sulla loro internazionalizzazione. La voglia di chi sta alla periferia di aprire una finestra privilegiata sul mondo. Già, perché tutti i corsi sono insegnati in inglese, e in giro non c’è un solo cartello scritto nella lingua locale. Alla SSPA invece…
Continuiamo i paragoni imbarazzanti? La mission dell’ADA è così delineata: “ADA’s primary goal is to prepare innovative global leaders who are committed to making a difference in the region and throughout the world. We are committed to fostering advanced research in an innovative andthought-provoking academic setting.”

La mission della SSPA è… boh? Se si cerca un po’ sul sito, si arriva a una pagina dove i compiti della Scuola vengono così spiegati: “In osservanza dell’art. 1 e dell’art. 3 del d.lgs. n. 178/2009, la SSPA promuove:…”.
Ehhh, proprio un linguaggio da leaders visionari!!!
La SSPA non ha, ancora oggi, un programma ciclico di corsi, non rilascia non dico titoli, ma almeno un certificato di partecipazione; è arrivata a bandire il sesto corso concorso di formazione dirigenziale, ma ancora non è riuscita a delineare un curriculum del Dirigente. Forse perché nessuno che presiede o che progetta i corsi alla scuola lo è e sa cosa fa?
E gli ex allievi? Io ho studiato al GCSP di Ginevra (uno dei maggiori think-tank europei in tema di politica internazionale), unico dirigente italiano che sia mai stato ammesso ai suoi corsi. Ai suoialumni il GCSP ci tiene: quindi mantiene i contatti con loro e tra loro, li riunisce periodicamente, e affida loro incarichi di insegnamento e consulenza. Tutte le grandi istituzioni educative valorizzano i loro studenti, perché il prestigio di un marchio sta nella qualità dei suoi prodotti.
La SSPA ha un bel farsi vento da sola, scrivere nel proprio sito che fornisce formazione di “Eccellenza”, mettere nel suo statuto che è un’istituzione di “Alta Cultura”: la verità è che se ha una buona reputazione, è per il gran lavoro fatto dai suoi ex allievi nel corso degli anni nelle varie PA e nel privato.
Ma invece di dire loro grazie, la SSPA  considera esaurito il suo compito con la fine dei corsi, non promuove i suoi studenti, non sa nemmeno chi sono e dove sono andati a finire, non li coinvolge nella progettazione della formazione, non affida loro incarichi d’insegnamento … e ad ogni cambio di Direttore la nostra Associazione di ex allievi bussa alla sua porta chiedendo un riconoscimento che ovviamente non arriva.
Credo sia ora cambiare le cose nella nostra scuola: non abbiamo bisogno della pompa della Reggia di Caserta, né di magniloquenti definizioni che lasciano il tempo che trovano. Abbiamo bisogno di un istituto di formazione moderno che accompagni e supporti la dirigenza nella sua crescita professionale, che raccolga e sistematizzi in termini di ricerca quello che gli allievi hanno saputo produrre sul piano pratico.
E tanto per cominciare, vogliamo che il nuovo direttore della scuola sia un Dirigente.
Perché noi sogniamo ADA.
Segreteria Allievi SNA
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La Segreteria dell'Associazione Dirigenti per l'innovazione – Allievi SNA è a disposizione per eventuali richieste di contatto all'indirizzo e-mail: posta@allievisspa.it.

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