di Dario Quintavalle
Gentile Professore ed Onorevole Ichino,
nel suo fondo sul Corriere della Sera 21 novembre 2006, dal titolo “L’ipocrisia del concorso” Per reclutare servono strumenti nuovi , Lei denunciava il Concorso Pubblico come un “ferro vecchio, eredità di un sistema amministrativo superato” in quanto “legato all’idea ottocentesca dell’amministrazione pubblica come luogo dove i comportamenti sono soggetti al controllo ex ante di legittimità, ma non al controllo ex post dei risultati prodotti”, e perché “la commissione giudicatrice non risponde per nulla della bontà della scelta”.
Ora, negli ultimi giorni, tra i tanti casi di malaffare, è balzato agli onori delle cronache il caso del Direttore della Biblioteca dei Gerolamini di Napoli, Marino Massimo De Caro, scoperto a saccheggiare e vendere all’estero i libri antichi affidati alla sua custodia. Si è scoperto poi che il personaggio, sedicente professore e principe, non era nemmeno laureato, ed era diventato dirigente dei Beni Culturali per nomina politica.
A questo link si possono leggere interessanti dettagli sulla personalità, la carriera, i protettori politici del personaggio.
Vorrei porle quattro domande:
1) Non crede che il tanto vituperato Concorso Pubblico avrebbe permesso una verifica più seria dei titoli del funambolico personaggio, anche in competizione con altri uomini di cultura, e capaci funzionari ministeriali con anni di esperienza e merito?
2) Dal momento che sono noti i nomi di coloro che hanno permesso al sig. De Caro di arrivare al suo posto, cioè l’ex Ministro Galan e il TecnoMinistro Ornaghi, e che quest’ultimo in particolare ha la colpa di aver messo, per così dire, il lupo a guardia del pollaio – e dunque il controllo ex post dei risultati è abbastanza agevole… ebbene, lei non dovrebbe, per coerenza, chiedere le dimissioni del Ministro Ornaghi? Se un ministro (peggio ancora se tecnico) nomina come Direttore di una biblioteca di interesse nazionale un tale che poi non risulta né professore né laureato, ma ladro e ricettatore internazionale di libri, non significa che non è in grado di verificare i curricula e, quindi, non dovrebbe fare il Ministro?
3) E visto che siamo in epoca di spending review, perché non fare poi le pulci a tutti i dirigenti nominati senza concorso – e spesso senza titoli – dalla politica (anche sotto questo governo, come il caso dimostra), e che a dispetto di ogni spoils system rimangono al loro posto anche dopo il tramonto del loro mentore politico ?
4) Non sarebbe infine il caso di chiedere scusa ai componenti di questa bistrattata Pubblica Amministrazione (che tra l’altro raggiunge punte di eccellenza proprio ai Beni Culturali), che si vedono scavalcati da questi personaggi senza arte né parte, e ammettere che dopotutto non erano i “Fannulloni” il vero grande problema d’Italia, ma – assai più banalmente – i Ladri?
Cordiali saluti
Dario Quintavalle
(dirigente orgogliosamente pubblico, assunto per concorso).
(in attesa di risposta….)