Roma, 4 luglio 2012
“Un Paese per vecchi, ancora ostaggio della politica che pervade i centri decisionali della gestione delle risorse pubbliche. Con il blocco delle assunzioni si chiudono le porte alle energie fresche, giovani e pulite, proprio nel momento in cui la pubblica amministrazione dovrebbe rinnovarsi per servire al meglio l’Italia, mentre si continua a tenere in vita negli uffici la dirigenza fiduciaria di nomina politica, che – senza concorso – occupa i posti di maggiore rilevanza strategica e forte peso decisionale nelle scelte di spesa pubblica. Il tutto con costi diretti e indiretti esorbitanti per le casse dello Stato. Insomma, quale Pubblica Amministrazione vogliamo: una leva di sviluppo o un peso di cui disfarci?”
Così Alfredo Ferrante, Presidente dell’Associazione dei dirigenti ex allievi della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, in merito alle odierne notizie apparse sulla stampa a proposito delle annunciate misure di revisione della spesa (spending review), esprimendo preoccupazione per la mancanza di una decisa azione che miri allo sviluppo della P.A. che va attrezzata per le sfide che la attendono e non privata delle necessarie risorse. “Senza il lavoro delle persone che lavorano dentro la pubblica amministrazione – continua Ferrante – non avremmo i servizi della nostra quotidianità che diamo ormai per scontati. Rischiamo di rinunciare in partenza alle sfide che attendono l’Italia nei prossimi decenni. I dirigenti pubblici, che hanno studiato per acquisire competenze e capacità, vogliono impegnarsi in questa sfida e dare il massimo per far ripartire il Paese.”
L’Associazione AllieviSSPA, consapevole della difficile situazione e della necessità di interventi seri, punta sul contributo attivo dei dirigenti stessi della Pubblica Amministrazione, per la messa in campo di misure di taglio non lineare ma selettive della spesa pubblica improduttiva. Già nella prossima assemblea dell’Associazione, il 6 luglio, si discuterà di un ventaglio di misure che sarà portato all’attenzione del Governo e del Paese per poi promuovere, assieme ad altre organizzazioni associative e sigle sindacali, un’azione comune di proposta sui temi oggi in agenda.
“Speriamo – conclude Ferrante – che il dibattito si sposti dai giornali al Paese e che non si proceda a colpi di decreti che impedirebbero un serio confronto di idee”.